
ATELIER PIEROBON
31, rue droite - 06100 NICE (Vieux Nice) - France
LE ESPOSIZIONI

"Percorsi di luce" é una mostra personale itinerante ideata e realizzata con opere espressamente create ispirandosi alle letture riguardanti la vita dei viandanti sulla Via Francigena, un itinerario che appartiene alla storia, una via maestra percorsa in passato da migliaia di pellegrini in viaggio per Roma.
L'appellativo "Francigena" indicava "via proveniente dalla Francia" o "via che portava in Francia" tenendo presente che nel Medioevo col termine Francia si comprendeva non solo l'odierna regione francese, ma anche quella ampia parte
della Germania corrispondente al bacino renano.
La mostra é patrocinata dalla Associazione Europea delle Vie Francigene, nata nel 2001, e comprendente più di 196 Comuni e Province posti lungo il tracciato originale della Via Francigena,
da Canterbury a Roma e poi fino all'estremo lembo di Puglia.
L'obiettivo della Associazione è un progetto di recupero e rivitalizzazione di una "strada" che rappresenta l'unione e la comunicazione tra le diverse culture dei paesi europei.

I più frequentati valichi “francigeni” attraverso le Alpi erano il Monginevro e il Moncenisio, confluenti, nel versante italiano, nel nodo viario di Susa. Altri punti di accesso erano il Grande e il Piccolo San Bernardo, il cui sbocco sul versante italiano è la valle d’Aosta.
Fra tutti questi valichi, uno dei più frequentati dai pellegrini fu certamente quello del Moncenisio, il cui percorso di accesso all’Italia è segnato dall’antichissima abbazia di Novalesa e dalla Sacra di S. Michele, sorta nelle vicinanze del luogo che vide l’esercito di Carlo Magno aggirare a sorpresa lo sbarramento posto dall’esercito di Adelchi, figlio di Desiderio, ultimo re longobardo, di manzoniana memoria.
Altre tappe fondamentali furono Pavia, ex capitale longobarda, Piacenza, nodo viario importantissimo, Fidenza, punto di snodo fra i percorsi di pianura e il valico di Monte Bardone, e sul tratto appenninico, le città di Fornovo e di Berceto. Al di là degli Appennini, il percorso toccava Pontremoli e Luni.
Dopo Pietrasanta, lasciata la zona costiera, insicura a causa delle incursioni piratesche, il percorso più frequentato toccava Camaiore, Lucca, Altopascio, splendido esempio di centro di assistenza ed ospitalità tra i meglio organizzati dell’Europa medioevale. Dopo Altopascio, il tracciato della Francigena toccava la Val d’Elsa e Siena. Da lì si innestava sulla Cassia romana, toccando Acquapendente, Bolsena, Montefiascone, Viterbo, Capranica, Sutri, Monterosi. Alla Storta, nei pressi di Roma, i pellegrini preferivano lasciare la Cassia, che attraversava zone malsane e pericolose, per seguire l’antica Via Triumphalis ed arrivavano al Vaticano dal monte Mario, detto Mons Gaudii (‘monte della gioia’).
L’accesso al piazzale della basilica di S. Pietro avveniva dal lato destro, dalla via del Pellegrino e dalla Porta Sancti Pellegrini lungo un tratto di strada che, non a caso, venne a lungo chiamato “ruga francisca” ‘strada dei francesi’

STRADA DI LINGUE DIVERSE E DI COMUNE PREGHIERA
Il passo pesante e tintinnante d’armi delle legioni romane ha unito l’Europa con strade consolari ed imperiali lastricate, con ponti a scavalcare fiumi chiusi.
Alla caduta dell’Impero Romano: il ritorno della preistoria con la vittoria che sembrava definitiva delle foreste sui campi arati, il dilagare delle paludi ed i fiumi senza freno, il crollo dei ponti e delle gallerie. Ritornavano il lupo e l’orso, il cinghiale e il bufalo alle porte di città ischeletrite e povere.
Si camminava sulle creste dei monti, con passo lieve di camoscio o capriolo, quasi senza lasciare orma.
Non ci sono più strade, ma le località insieme solitarie e arroccate, vengono raggiunte attraverso “trecce di strade”, si inventano a seconda dei pericoli portate della belve, dagli uomini o dalle avversità naturali, mutevoli, occasionali, labili percorsi nel fondovalle, a mezzacosta o sugli spartiacque, dove conviene.
Grandi monasteri benedettini sui passi, dal sesto al decimo secolo incominciano a organizzare tracciati più sicuri ai valichi. Dopo l’anno Mille, come racconta il cronista, la verde Europa si punteggia di bianche cattedrali, meta di un sacro andare ma anche soste e tappe di un pellegrinare alla ricerca di reliquie di santi e luoghi dei miracoli come Roma, Gerusalemme e Compostela.
Rinasce una strada che cancella anche il ricordo delle antiche vie e ne cambia il nome.
E’ la Via Francigena che riunisce l’Europa, nella preghiera e nell’andare, in una spiritualità che è ansia di Paradiso.
Marzio Dall’Acqua
Presidente della Accademia di Belle Arti di Parma